Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il Mezzogiorno e la politica italiana

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Sturzo, Luigi 50 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 309-353.
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Il Mezzogiorno e la politica italiana

risoluzione nazionale del problema del mezzogiorno». Così è detto al capo V; e nel primo congresso nazionale tenuto a Bologna nel giugno del 1919 fu

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Sì, è vero, vi sono problemi speciali, come quello degli agrumi e degli zolfi in Sicilia, quelli del terremoto a Messina, in Calabria, nella Marsica

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impostazione politica della questione è dovuta a noi; siamo abituati oramai a domandare al governo, più che allo stato, ogni aiuto, ogni intervento

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, vero strumento borghese, servì assai bene alla incipiente industria italiana, anche e specialmente a quella parassita, a carico e a spese

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; vide in molte plaghe depauperarsi la campagna a causa dell'emigrazione contadina; e cominciò a sentire la politica come espressione di vita

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Giorni fa, nel discorso tenuto a Torino, analizzando la crisi del parlamento, ho rilevato come una delle cause fondamentali di essa sia stata il

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politica economica a favore delle industrie dell'alta e media Italia, e servono come base parlamentaristica ai governi trasformistici di Depretis e di

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Dicevo, adunque, che la pressione della finanza bancaria ed industriale sul governo e sull'indirizzo statale, non poteva riferirsi a problemi

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pubblici, che hanno un cómpito ben circoscritto e giustamente al di fuori dei giochi di speculazioni e di impieghi aleatori, ed hanno, non certo a

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Le stesse industrie, a tipo domestico e artigiano, — che prima del 1860 avevano nel mezzogiorno promettente sviluppo, non inferiore a quello del nord

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il suo sbocco a Genova — ed è bastata l'apertura delle Alpi prima e la triplice alleanza poi, a creare fino allo scoppio della guerra una economia che

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A questa domanda, che è la domanda centrale del problema, e come critica storica pel passato e come costruzione per l'avvenire, mi sforzerò di dare

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— si avvidero che una terribile concorrente sorgeva nelle acque del sud, e la politica di insidie e di sorprese fu un piano che a vicenda, e con

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di protettorato o simili, infranto a Vallona? Sono domande, alle quali la nostra storia darà una risposta, che fin da ora io credo sarà negativa

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dell'Inghilterra; e mentre una savia politica verso gli arabi di Libia potrebbe far convergere a noi molti interessi arabi dell'Asia e dell'Egitto, non è affatto

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svilupparono feconde energie, Siracusa divenne centro di attività mediterranea; il fiorire di arti e di scambi determinò un riflusso di civiltà superiore a

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superiorità delle prime sulle seconde per condizioni naturali profonde e insopprimibili. A parte la non completa valutazione storica e pur consentendo

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favorito da un indirizzo politico prevalentemente mediterraneo, vincere la lotta della concorrenza e passare da un'economia quasi passiva a un'economia

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una politica forte e razionale, orientata al bacino mediterraneo, cioè atta a creare al mezzogiorno un hinterland che va dall'Africa del nord

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Commette un grave errore chi nega al mezzogiorno lo sforzo di superamento, limitato a modeste energie, reso difficile da condizioni asperrime, a

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Spiego anzitutto il termine di connessione. La spinta a una grande trasformazione economica deve essere data dalla certezza del vantaggio, e dalla

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Lo sforzo politico deve essere, per legge naturale, pari allo sforzo economico, necessario a vincere gli ostacoli che si frappongono ad avere una

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non credo che sia perciò risolvibile a tamburo battente.

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nel settentrione. Del resto, tanto l'assenza di tale dazio quanto la sua permanenza dà luogo a speculazioni di mugnai o a guadagni di commercianti o a

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dai più disparati criteri sovrappostisi a leggi e a regimi precedenti (fra i quali ottimo quello delle Due Sicilie) col tentativo di una unificazione

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Chi non ricorda il danno notevole che viene a noi per il fatto dei nostri centri rurali agglomerati e densi di popolazione agricola, quali nelle

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uniformità formale, per essere ascoltata. Si facevano le leggi: accenno a quelle agrarie. Il disboscamento pazzo del mezzogiorno imponeva una ricostruzione

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passivo a un regime attivo — si intende, nella affermazione di una politica mediterranea; — ma a condizione che si superino le tre barriere poste dal

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, ma ragioni organiche di vita locale e mezzo e strumenti di sviluppo generale, che lo stato integra o assume a suo carico, per la rivalutazione di

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uomini politici, i nostri industriali e agricoltori, i nostri burocrati sono fuori dell'ambiente e vanno a partecipare ai consessi politici o economici

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amministrativo — affrontare il suo avvenire come centro mediterraneo? A questa domanda l'istinto mi dice di rispondere di sì; ma prima di rispondere

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È l'ambiente nostro, che deve essere trasformato e vivificato. A far ciò occorrono mezzi idonei. Il rilievo principale, che ho letto in molti libri

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, della mosca olearia, della peronospora, della biancorossa; e si deve a questo sforzo di denaro e di risparmi, esclusivamente nostri, se si poté vincere

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scuole tecniche e anche (strano a dirsi) di scuole agrarie, han preparato una falange in cerca di posti.

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, esso impoverirà le altre parti d'Italia»; però, a destare questa solidarietà, il mezzogiorno ha la potenzialità non solo nella facoltà di risparmio

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, senza ideali, senza grandi soddisfazioni, che vincolano ogni sana attività e contristano e rendono abietti a sé e agli altri inutili, vittime e

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lotta per superare le condizioni aspre della vita, trova il terreno di adattamento a degradanti mestieri o a parassitismi sociali. Là dove il lavoro

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latifondo, e si connette alle condizioni economiche, demografiche, sociali e morali del nostro contadino. Che egli agogni a due beni, il pezzo di

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tutti gli errori commessi, è valso a formare una prima zona intermedia fra il semplice lavoratore salariato e il latifondista; ed è erroneo dire che

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È un vecchio pregiudizio, non espresso certo in termini così chiari, né prospettato in un quadro sintetico, come ho creduto di fare oggi a Napoli; è

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ha trasformato o distrutto, ha interessi diretti nel Mediterraneo in contrasto con noi; se la Jugoslavia tende a Salonicco, non può per questo

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Ebbene, questa politica sarà la nostra, insieme a quella mediterranea: politica puramente economica, di lavoro, di scambi, di cooperazione, di pace

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Non voglio la taccia di sognatore: ogni idea nuova e vasta ha difficoltà a penetrare; la discussione sui giornali è stata notevole. La vecchia Intesa

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Per questo noi neghiamo il diritto a ministri e a uomini politici di venire a scoprire le nostre regioni, a compatire le nostre miserie; domandiamo

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governativa, che crea l'abbiezione del pulcinellismo e del girellismo, lo sfruttamento delle basse voglie di partito, attenuando le attitudini a

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del bracciantato agricolo o della disoccupazione urbana, e li ha sfruttati a fini politici. Per esso colonie, Mediterraneo, tariffe doganali non sono

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a formare una salda coscienza collettiva, per l'intristimento doloroso delle coalizioni e delle clientele. Ma noi popolari, arrivati da pochi anni

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, del vecchio idealismo retorico, del procacciantismo parlamentare, dell'anticlericalismo locale. Essa non ha saputo elevarsi a forza motrice della

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ebraico, la siderurgia del nord, e si ripeta per l'avvenire lo sfruttamento del passato. Sta al mezzogiorno — cioè a tutte le forze politiche

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A questo risorgimento del mezzogiorno noi — popolari e meridionali — vogliamo cooperare, come ad una nuova forza sorgente per la saldezza e grandezza

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